martedì 9 settembre 2014

Recensione di "Trafficanti di Musiche d'Amor" dei Metissound, su romainjazz.it




Intelligenti e creativi al di fuori di ogni cerchio vizioso e da ogni diatriba ideologica, i “Trafficanti” sudisti  ad un consapevole atteggiamento popolare, uniscono una soggettività densa di diretta esperienza dell’oggetto storico che, da secoli, narra di un’unità che non può esser scissa né, a quanto pare, realizzata.
Ciò che è dentro di loro e ciò che fuori di loro è trasformato nella coscienza di un fenomeno sonoro internazionalista, che unisce ritmi e tribalismi erroneamente ritenuti distanti e, a varie riprese, letti in movimenti e filosofie tenute solo come esoteriche o alternative.
Metissound, potremmo dire, è uno sviluppo sostenibile, è un incremento di un Habitat chimico e fisico  non controllato da un particolare tecnologico di Culture economiche che danneggiano l’ambiente musicale; è un progresso sociale “meticcio” che rispetta l’Ambiente e narra novità  gaie e amare, eclettiche soundtracks d’innovazioni stilistiche che intendono sperimentare e proporre deviazioni da discordi artistici consolidati e fin troppo stilizzati.
Ska, Calipso, Reggae e Ragamuffin avvolgono spericolate introspezioni in vernacolo calabrese e climax nordafricano, come nella Sostanza di “Rubbish in my Town”: “ Come mi duole non sai come mi duole /  per tutta la merda nel letto delle scuole…Lassati stare a terra nostra”.
Questi amici “Briganti” leggono la “malapolitica” nelle facce di quelli che “campano in eterno e non han rimpianti / si riuniscono e decidono come imbottirsi di diamanti / e noi paghiam le guerre e siamo sempre più vacanti”.
Qualcosa di più attuale e di più vero?
Fabrizio Ciccarelli

http://www.romainjazz.it/recensioni/1588-metissound-trafficanti-di-musiche-e-damor

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