Primordiali ritmiche afro, sonorità brasiliane e cultura yoruba. È da questa suggestiva combinazione di elementi che prende corpo l'interessante proposta artistica firmata Nilza Costa; nativa di Salvador de Bahia, la quarantaduenne artista brasiliana dopo aver fatto tesoro delle passioni per musica e culto Orixas ereditate dall'amata nonna materna -di origini afroindigene- ha iniziato a muovere i primi passi come voce solista nel coro della chiesa del paese natio. Il trasferimento in Italia nel 2006 le ha consentito di perfezionare gli studi in materia di canto posturale grazie all'incontro con l'artista fiorentina Beatrice Sarti e nel maggio 2014, supportata da un talentuoso combo di musicisti jazz, ha pubblicato il suo album d'esordio "Revolution Rivoluzione Revolução" prodotto dalla organizzazione culturale Studio SoundLab e pubblicato dall'etichetta, raccogliendo lusinghiere critiche.
Adesso, a distanza di due anni, la vigorosa vocalist torna sulla scena con “Roots”, progetto inedito ed ideale prosecuzione dell'opera prima. L'eloquente titolo (Radici) sintetizza le tematiche di un disco che esplora, tra malinconia e speranza, l'incerto stato di animo di chi si trova costretto ad allontanarsi dalle lande d'origine. Dieci composizioni che profumano di vita, tradizione e preghiera ed intagliano una track list che raccoglie rasserenanti ninna nanne (Alafia), armonici canti popolari (Atoto e Triade), introspettive suppliche (Adupè) e ardue cronache esistenziali (Clandestino). Improvvisazione, risonanze afro-jazz, battiti sud-americani sono il tessuto sonoro di un album in cui la timbrica calda ed incisiva di Nilza sprigiona un contagioso e genuino trasporto. Ed è proprio da questa intrinseca sincerità d'intenti che nasce la vera forza di “Roots”, interessante progetto artistico dai ricercati contenuti e dalle colorate sonorità. I colori delle radici di una voce da scoprire e da ascoltare con attenzione.
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