mercoledì 20 novembre 2013

Concerto Mark Lanegan e Duke Garwood, Teatro Duse Bologna 18 Novembre 2013



Dopo il successo di "Blues Funeral" del 2012, Mark Lanegan e il suo compare prediletto, il poli-strumentista Duke Garwood, sono tornati sulla a scena al teatro Duse di Bologna per proporre la loro ultima fatica creativa, l'album "Black Pudding" pubblicato con la Heavenly records, lo spettacolo ha registrato il tutto esaurito.
L'artista di Ellensburg è senz'altro un personaggio che non ha bisogno di presentazioni, ex-frontman degli screaming trees, ha spesso collaborato con personalità di spicco tra cui Layne Stanley, Dave Grohl, Isobel Campbell, Mike Johnson, Greg Dulli e chi più ne ha più ne metta. Da vero veterano del Rock, Mark si presenta sul palco del Duse con la band in un'atmosfera oscura e fumosa che gentilmente si fonde col suono baritonale della sua voce capace di penetrare nelle viscere e scuoterle da dentro e con i delicati echi strumentali di chitarra, basso, sax, violino e violoncello perfettamente eseguiti, fino a trasportare lo spettatore in una dimensione onirica con canzoni come "When your number isn't up", "Driver", "War Memorial", "Mescalito" ed anche "Pretty Colors" cover di Frank Sinatra. L'ascoltatore riemerge poi dal sogno quando sente pezzi più attivi come "Gravedigger's song" e le varie cover tra cui "Mack the Knife" di Brecht, "Satellite of Love" di Lou Reed e "You only live twice" di Nancy Sinatra contenute nell'ultimissimo album "Imitations", finemente riproposte con raffinati arpeggi e un tono cupo. Ad assisterlo musicalmente nell'album è Duke Garwood, un vichingo che con la sua abilità sia con  il sax che con la chitarra propone un sound elegante e si conferma ancora una volta in perfetta affinità con Mark.
Lanegan e compagni confermano di essere umili servitori della musica, salendo sul palco senza spiccicare nemmeno una parola, senza provare ad apparire simpatici, senza fronzoli (a parte la giacca radical chic e gli occhialoni alquanto hipster di Mark), ma semplicemente suonando egregiamente con grande precisione sinfonica. Alla fine il pubblico torna a casa pienamente soddisfatto, avendo potuto apprezzare il concerto di un cattivo del Rock che mostra il suo lato più sensibile e complesso, nella affascinante cornice di un teatro.
Alla prossima!                                                                                
Antonio Oliviero.

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