venerdì 31 ottobre 2014

Recensione Nilza Costa su "A proposito di jazz"


E’ brasiliana di Salvador de Bahia, ma adesso vive e lavora a Bologna: stiamo parlando di Nilza Costa, una vocalist brasiliana che grazie ad una voce potente e personale, ha tutte le carte in regola per imporsi nel mondo del jazz.

In questo disco d’esordio la tematica è facilmente intuibile dallo stesso titolo: si tratta di canzoni di protesta in cui si mette l’accento sulle tematiche del terzo mondo e sui suoi rapporti con i Paesi industrializzati. Dal punto di vista musicale, l’ispirazione viene dall’Africa filtrata attraverso la particolare sensibilità di una brasiliana che ama il jazz. Ecco quindi echi tribali mescolarsi con il blues, con il samba, con il jazz. Insomma un miscuglio originale e gradevole che mette in particolare evidenza le doti della vocalist la quale canta con voce profonda in portoghese, yorubà (l’antica lingua degli schiavi africani) e italiano.

Ad accompagnarla un vasto organico variabile composto in prevalenza da strumenti a corda, con un pizzico di elettronica, in cui , dal punto di vista jazzistico, spicca il nome di Carlo Atti al sax alto presente purtroppo in un solo brano. Ed è proprio in una certa staticità e pesantezza dell’accompagnamento ritmico che si può trovare qualche punto debole dell’album: una maggiore fantasia sarebbe stata auspicabile. Tra i pezzi più significativi il brano d’apertura – “Obanixa” – un inno alla vita che pone in particolare evidenza la chitarra di Peppe Siracusa, ma soprattutto “Soberania Popular”, il pezzo di denuncia più forte con il sax soprano di Gianluca Sia che duetta magnificamente con il violino di Claudio Cadei e la chitarra di Massimo Donno, mentre fuori contesto ci è parso l’unico brano non firmato dalla Costa, vale a dire “Lettera della Terra”.

Scritto da Gerlando Gatto on 16 ottobre 2014. Postato in I nostri CD, Primo piano, Recensioni



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