mercoledì 8 gennaio 2014

Mr. No Money Blues Band, viaggio in India e Nepal

Mumbai, Pune, Chennai, Bangalore, Delhi e Katmandu: è questo il viaggio, così per dire "ascetico", tra India e Nepal che ha tenuto impegnata la Mr. No Money Blues Band nel mese di Novembre 2013. L'occasione è stata quella dell'Himalayan Blues Festival, un evento artistico-culturale che si pone l'obiettivo di promuovere la musica Blues e Country-Folk attraverso la partecipazione di Band provenienti da tutto il mondo.
Ricordiamo che nel 2012 la band registrò il suo primo album "Money and Fear... never had" nel quale riesce a coniugare Blues, Funky e Rock n' Roll con estrema grazia ritmica.
I Mr. No Money riescono da subito a suscitare grande interesse fino a meritarsi articoli di elogio da parte dei giornali locali. Definiscono questa un'esperienza avvincente che gli ha permesso di dilatare i propri orizzonti musicali. Un universo a sé l'India ed il Nepal, dove però l'onda Blues è più che mai travolgente.
Incontro Fabio e Giuseppe, rispettivamente tastierista e batterista della band, in un bar di Bologna e dopo una lunga serie di drink colgo l'occasione per fargli alcune domande. Ne esce fuori un diario di viaggio ricco di musica, energia, danza e curiosità, talmente coinvolgente da far venir voglia di mollare tutto e partire con la Mr. No Money Blues Band, che tra l'altro ripeterà questa impresa a breve.



Qual è stata la formazione musicale della band?
Fabio: Siamo un trio, piano, chitarra e batteria. Tendenzialmente ci ispiriamo alla tradizione Blues, Country-Rock. Io personalmente prendo spunto da Jerry Lee Lewis.

Chi è "Mr. No Money" e come si relaziona nei confronti dell'industria musicale?
Fabio: E' una domanda che racchiude più domande (parte un applauso generale), sei partito dal nome per arrivare al mondo discografico. Il nome non intende esprimere una condanna sociale,  piuttosto c'è da chiedersi chi al giorno d'oggi non sia un pò un "Mr. No Money"? Quanti arrivano a fine mese pieni di soldi? Insomma, per essere "Mr. No Money" non bisogna per forza essere dei musicisti!
Riguardo alla nostra esperienza discografica invece posso dire che il genere da noi proposto non è di certo tra quelli privilegiati. Facendo del Rock n' Roll o del Blues alle volte si è sempre messi un pò in disparte.

Dopo più di seicento concerti in Italia siete approdati per un tour in India e Nepal, com'è stato suonare in un contesto così diverso da quello occidentale?
Fabio: Tirando le somme posso dire che il resoconto è senz'altro positivo. Abbiamo ricevuto ottime recensioni, siamo usciti tra le prime pagine del Katmandu Post, abbiamo suonato in locali incredibili e visto una cultura affascinante, perciò speriamo di tornarci anche l'anno prossimo.
Giuseppe: Siamo riusciti a far ballare e divertire la gente, quindi ci siamo resi conto che la musica in fondo è un linguaggio universale e ciò ci ha colmati di gioia.

Si tratta comunque di un genere di pubblico diverso rispetto a quello con il quale eravate abituati ad esibirvi, avete avvertito un pò di disagio da parte vostra?
Giuseppe: Abbiamo notato moltissimo interesse per ciò che proponevamo, la gente arrivava carica e quindi no, nessun disagio.
Fabio: Sul palco siamo riusciti ad esibirci insieme ad artisti internazionali ed anche se non parlavamo la stessa lingua, riuscivamo comunque a suonare un ottimo Blues. Il Blues è un linguaggio universale!

Un aneddoto strano da raccontare?
Giuseppe (ridendo): Bombay primo giorno: arriviamo dopo sedici ore di viaggio ed una volta usciti dall'aeroporto ci ritroviamo travolti dal delirio della città, migliaia di persone e centinaia di clacson assordanti. Giunti al nostro albergo il "Golden Residence" notiamo all'ingresso un cumulo di rifiuti in fiamme. Una volta entrati, ci preparano per colazione un'omelette, ad un certo punto arriva un topo enorme, direi di almeno 15 kg, che si mangia l'omelette e scappa via! Questo è stato il nostro primo approccio che abbiamo avuto nella "Residenza dorata" di Bombay...
Fabio(ripete): Quindici fottutissimi chili di topo!

Dopo un'esperienza del genere, il topo ed il tour in India e Nepal, avvertite ancora una motivazione ad approfondire il vostro genere musicale?
Fabio: Abbiamo sempre avuto la fortuna di ri-arrangiare e proporre pezzi degli anni '50 e '60 di Jerry Lee Lewis, Muddy Waters, Elvis Presley etc., tutti personaggi che hanno lasciato un'impronta indelebile nella storia e siamo felici di perpetuare il genere e di stare in giro a suonare ovunque.

E' questo il sentimento generale della band prima di salire sul palco, in qualunque contesto?
Fabio: Direi che la forza della Band sta nel fatto che più grande è il palco e più riceviamo energia dalle emozioni della gente. Lo abbiamo dimostrato in India e Nepal dove la gente non voleva farci scendere dal palco!
Giuseppe: Posso dire che la sensazione che provo nel suonare su un palco con questi ragazzi è come quella di ritornare a casa.

La parte che meno vi piace del vostro lavoro? 
Fabio: Chiaramente i denari, l'approccio con le istituzioni e con i club, visto che spesso si tratta di una guerra tra poveri...
Giuseppe: Il disinteresse in Italia nei confronti della professione di musicista. Confrontandoci con alcuni nostri colleghi americani e francesi ci siamo resi conto che questi vengono sponsorizzati sia dallo stato che da enti privati, poiché esiste un vero interesse nell'esportare la musica come prodotto nazionale, In Italia non interessa a nessuno.
Fabio: C'è bisogno di creare un dibattito riguardo la faccenda...

Domanda d'obbligo: Progetti futuri?
Giuseppe: Stiamo organizzando una nuova tournée in India durante la quale registreremo un disco insieme ad altri musicisti che avremo il piacere di conoscere. Dopo questo abbiamo in programma di risalire sul nostro furgone e riprendere la strada con altre date e concerti in Italia.

Grazie a Fabio e Giuseppe della Mr. No Money Blues Band!
Grazie a voi!






1 commento:

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