Negli anni '80, sopratutto nel contesto britannico e statunitense, si verificò un fenomeno particolare, direi quasi difficile da definire univocamente: una nuova onda stava per travolgere la scena musicale europea e statunitense e molte giovani band entusiasticamente cercarono di cavalcarla, attingendo dalle altrettanto fresche sorgenti del post-punk e del gothic-rock, tra queste spiccano prima nomi come Joy Division, The Cure, Smiths e poi gente come i Nine Inch Nails, Ministry, R.E.M. e così via, fino ad arrivare ai nostri giorni... Seguendo quest'onda musicale arriviamo a parlare dei Coldwave, nascente band di Ancona che nel 2013 esce con il primo EP autonomamente prodotto e che in chiave contemporanea rielabora, con qualche accento indie, quelle ferventi sonorità New Wave e Post-Punk tipiche degli anni '80. Il disco è breve ma ben elaborato. Le tracce sono caratterizzate dalle risonanze cupe del synth, da soluzioni ritmiche piuttosto lineari ma tuttavia apprezzabili. L'atmosfera sopratutto in Take it or Leave it e Life changes è fornita da brillanti riff di basso e da un synth tenebroso, un suono arcano nel suo evolversi, poi nella successiva If you turn to look spicca con più personalità la voce di Matteo Schipsi, infine poi nella conclusiva Silly couch il ritmo si fa più lento e ombroso e qui la chitarra riecheggia con dei suoni caratterizzati da un'energia tetra e buia. Ciò che ne esce è un sound oscuro ma anche movimentato e ben interpretato per il genere. Il lavoro nel suo complesso risulta interessante ed il fatto che la band è appena all'esordio lascia intravedere una buona speranza per il futuro del genere.
La band è composta da:
Matteo Schipsi – voce
Cristiano Poli – chitarra e synth
Lucio Cristino – basso
Enrico Bartolini - batteria
Ho avuto modo di scambiare qualche parola con Cristiano Poli chitarrista della band:
La band è composta da:
Matteo Schipsi – voce
Cristiano Poli – chitarra e synth
Lucio Cristino – basso
Enrico Bartolini - batteria
Ho avuto modo di scambiare qualche parola con Cristiano Poli chitarrista della band:
Alcuni cenni biografici sulla formazione del
gruppo, ovvero: come e quando avete iniziato? La fase di produzione?
Impressioni ed Idee?
La
band è nata nel gennaio 2013 in una sala prove ad Arezzo, sorta di punto a
‘metà strada’ fra Ancona e Pistoia, nostre città di provenienza. Inizialmente
eravamo in 3 (Matteo-voce, Cristiano-chitarra, Enrico-batteria), poi in
primavera abbiamo trovato un bassista (Fabio) che però è stato sostituito da
Lucio poco dopo l’uscita del nostro Ep (Ottobre 2013). La produzione dell’Ep è
iniziata a Luglio, abbiamo registrato tutte le tracce nel nostro studio privato
e successivamente ci siamo affidati a Stefano Tocci (Ampire Studio, Pistoia)
per mixaggi e mastering. Siamo rimasti molto soddisfatti del risultato.
Perchè un album breve?
Trattandosi
di un Promo Ep la scaletta non poteva che essere ridotta a pochi pezzi. Ci
sarebbe piaciuto includerne anche altri, ma sarebbe stato poco utile in quanto
la funzione di questo prodotto era (ed è) soprattutto quella di ‘sondare il
terreno’.
Quali sono i generi e le band che preferite ascoltare e
proporre?
Chameleons, Echo and the Bunnymen, Interpol, National,
Cure, She wants revenge, Editors, Hives, Strokes, Soviet Soviet e ovviamente
Joy Division. In
buona sostanza tutto il filone Indie, la New Wave e il recente fenomeno Post
Punk revival, anche se a dirla tutta ci riteniamo degli amanti della musica in
tutte le sue forme, senza pregiudizi.
Come Band emergente come vi relazionate
nei confronti dei nuovi mezzi di diffusione? Sentite che qualcosa sta cambiando
nello scenario musicale?
Crediamo
che sia un’ottima opportunità per poter essere presenti e visibili nel vasto
panorama musicale, tuttavia è facile notare anche alcuni aspetti negativi:
essere online è utilissimo, ma le cose che realmente fanno la differenza alla
fine sono la resa sul palco e la qualità di ciò che proponi. In sintesi comunque
è sicuramente una diffusione più rapida e semplice rispetto ad alcuni anni fa.
In fase di registrazione ponete molta
attenzione alla strumentazione e alle varie tecniche?
Si,
perché comunque uno degli step fondamentali per qualsiasi band è la cura del
proprio suono, quindi la qualità della strumentazione può sempre dare una
grande mano.
Nella band vi sentite compatti nei gusti musicali? Insomma, lavorate sulla stessa onda creativa?
In
linea di massima si, lavoriamo compatti, anche se poi ognuno di noi ha il proprio
modo di suonare e le proprie influenze. Spesso la diversità può essere molto
stimolante per l’aspetto creativo.
Le ultime perfomance come sono andate?
Bene,
anche se non spetterebbe a noi giudicare! Comunque ci siamo trovati molto bene
anche a livello di pubblico e locali. Il concerto più memorabile è stato quello
di spalla ai CUT a Monte Urano (Fermo), che sul palco hanno veramente
presentato uno show superlativo.
Progetti futuri?
In
primis continuare a suonare in giro, poi iniziare a registrare brani in vista
di un nuovo lavoro (probabilmente un Ep) nel 2014.
Qualcosa da dire agli ascoltatori?
Se
volete e potete seguiteci! Un saluto a tutti, grazie.