domenica 17 luglio 2016

Nu Guinea - The Tony Allen Experiments

Nu Guinea - The Tony Allen Experiments

Afrobeat Makers Series Vol.III


Afrobeat Makers Series della Comet, label parigina, giunge al volume III affidando la guida a Nu Guinea il compito di rielaborare i pattern ritmici di Tony Allen. Il duo, oltre a rielaborare le ritmiche del Maestro dell’Afrobeat, ne muta il concept: finora affidato a vari dj e producer di ambito underground, con uno stile molto più simile a strumentali Hip-Hop che a Jazz contemporaneo e contaminato, Afrobeat Makers si manifesta come un lavoro ormai maturo, di ampio respiro ed equilibrio.
I due si tuffano (ingordi) nel mare poliritmico chiamato Allen, dalle parti della Nigeria o giù di lì; ci sguazza oltremodo riuscendo a dare un nuovo suono alle inconfondibili frasi del batterista nigeriano.
La cura del suono è quasi maniacale, come si addice a dei produttori di eccellenza come
Nu Guinea.
L’opera risulta così rispettosa del passato ma allo stesso momento attenta a soddisfare le orecchie più raffinate e forse poco avvezze ai suoni più grezzi autenticamente
Afro (vedi Fela Kuti e Africa ‘70).
Il III volume esordisce con una breve suite introduttiva dove i synth, senza mai strafare, detengono in quasi tutto l’album una posizione predominante ma ben bilanciata.
Fisiologico poi il richiamo di certi brani (Ta Storm e la seguente Phunkhysteria) all’era Afro-Funk o
Cosmic Music, che imperversava in certe discoteche del nord Italia a cavallo degli anni ‘80/’90, grazie a dj come Loda, Baldelli, l’Ebreo e molti altri che suonavano quei dischi d’oltreoceano nelle loro serate. In tutto l’album il contrappeso tra le ritmiche sincopate e il levare di Allen, le discese e le lente risalite dei synth, ben si coniugano con l’House (vedi Howls, ma senza cassa in quattro), con la Tribal, con un retrogusto dal sapore psychedelic Funk (Cymande?).
Risulta evidente la passione del duo per il
Funk in tutte le sue accezioni che in questa loro ultima produzione si rigenera e ri-attualizza contaminandosi e sovrapponendosi a culture musicali che, in questo caso, ritrovano la radice comune Black, generando così una splendida creatura che potrebbe anche soddisfare qualche amante della World Music.
Risultando particolarmente piacevole, si consiglia l’ascolto su vinile in compagnia di una bottiglia di
Falanghina Roccamonfina Villa Matilde.




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